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Convento Santa Maria delle Grazie

PREMESSA STORICA

L’edificio sorge sulla via per Nardò, oggi via Leuca. E’citato per la prima volta come chiesa fuori le mura già nel 1557. Probabilmente il monumento è antecedente  a tale data giacché conserva uno stile tardo romanico nelle sue linee essenziali. Nel corso del tempo ha assunto varie titolazioni: San Rocco, Sant’Antonio e Santa Maria delle Grazie. Di certo nel 1587 la gestione della Chiesa è passata dalla Chiesa Matrice all’Ordine Francescano, inaugurando la costruzione dell’annesso Convento nel 1585.

Dal 1862, a seguito delle leggi risorgimentali, il Convento fu chiuso e i frati furono costretti a lasciare definitivamente l’edificio nel 1864. Negli anni seguenti la gestione della Chiesa venne affidata alla Confraternita dell’Immacolata mentre il Convento fu amministrato dalla Congregazione di Carità (appositamente creata) che lo adibì ad ospedale. Solo nel 1935 il monumento è stato assegnato nuovamente ai Frati Minori.

LA FACCIATA DELLA CHIESA

Il prospetto principale conserva un semplice impianto di derivazione tardo romanica. Si eleva per xx metri ed è realizzata in carparo. La facciata mostra un unico portale d’ingresso in asse con una finestra superiore. Lateralmente è rinforzata da due contrafforti e termina a capanna.

Nel 1707  il prospetto è stato arricchito di decorazioni barocche. Al portale d’ingresso, in particolare, si sono aggiunte due colonne scanalate ed una architrave sulla quale è collocata la statua di San Rocco, affiancata da vasi e volute laterali. Dietro la statua s’intravede la lunetta semicircolare in stile tardo romanico che un tempo recava, quasi certamente, un dipinto murale. La finestra superiore, invece, mostra un impianto di tipo rinascimentale decorato da semplici motivi vegetali che rammentano quelle della Chiesa Matrice.

Il prospetto laterale è scansionato da finestre monofore e contrafforti sporgenti, a cui è stato addossato, nel corso dell’800, il Calvario.

La copertura della navata della Chiesa è a capanna, rivestito esternamente da tegole, mentre il presbiterio è coperto da una volta a stella sul cui terrazzo si eleva un piccolo campanile a vela. La campana piccola è stata realizzata nella prima metà del ‘900 dalla ditta Giustozzo di Trani (come quella dell’Orologio) mentre quella piccola è di fattura recente.

INTERNO DELLA CHIESA

La pianta della Chiesa è rettangolare ad unica navata. Un arco grandioso separa l’aula dal presbiterio. L’arco è intagliato in pietra ed è caratterizzato da una decorazione vegetale analoga all’arco della Chiesa Matrice.

La copertura è a capriate lignee a cassettoni, finemente decorato con motivi geometrici a foglia oro. 

A destra dell’ingresso si osserva sulla parete una lapide commemorativa dell’illustre padre Giuseppe Maria Moscia, teologo di fine ‘600 probabile discendente di Girolamo Marciano dato che visse nella sua casa. Del frate si conservava anche un busto lapideo purtroppo andato perduto nel 1950. Le pareti laterali della navata sono scansionate da quattro archi ricavati nella muratura che oggi accolgono i numerosi dipinti seicenteschi della chiesa. Al di sopra si aprono strette monofore che illuminano l’interno le quali recano vetri istoriati raffiguranti santi francescani.

In prossimità dell’arco si aprono due nicchie laterali che ospitano a sinistra la statua in cartapesta della Madonna e a destra quella  di Sant’Antonio. Sull’arco si estende un grande dipinto murale realizzato nel 1950 dal pittore Umberto Colonna.

Superando l’arco si può apprezzare al centro del presbiterio l’altare maggiore, realizzato interamente in marmo policromo. Sulla destra una grande tela raffigurante la Madonna tra Sant’Antonio e San Francesco.

Fino al 1950 esisteva sulla controfacciata un organo a canne con relativa cantoria, purtroppo anch’esso andato perduto durante i lavori di restauro.

IL CONVENTO E IL CHIOSTRO

Il Convento è stato costruito addossato alla parete destra della Chiesa in epoca postuma ovvero intorno al 1585. Tramite una piccola porta si accede direttamente al Chiostro, a pianta quadrata e caratterizzato da 24 archi ogivali poggianti su colonne.

I quattro bracci del Chiostro sono decorati da pitture murali. Osservando le lunette dipinte del lato ovest e confrontandole con le restanti si evince una netta differenza tra i due cicli pittorici. Le lunette del prospetto ovest, infatti, risalgono ai primi del ‘600 e narrano episodi della vita di San Francesco. In particolare una lunetta racconta la leggendaria tentazione escogitata da Federico II ai danni di San Francesco, invitato al suo Castello. I pregevoli dipinti, di autore ignoto, sono stati eseguiti con la tecnica dell’affresco, con predominanti tonalità azzurre e, quasi certamente, interessavano anche la parete nord contigua alla Chiesa, successivamente occultate dalla costruzione di alcuni locali. Le restanti lunette, invece, mostrano tonalità più rossastre e sono state dipinte con la tecnica a secco. Raffigurano Santi e scene bibliche, realizzate nel 1733 ad opera di Giovanni Candido.

Probabilmente, nell’originale impianto tardo romanico, la Chiesa era dotata di un porticato contiguo sulla parete nord e lungo il lato ovest, in seguito ampliato con la costruzione degli altri due bracci.

Dal Chiostro si accede al Convento che si sviluppa al piano superiore, costituito da vani e piccole celle.

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