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Torre dell'orologio

La torre dell’orologio di Leverano è una torre civica angolare alta 12 mt, a pianta quadrata.

E’ suddivisa, mediante una cornice marcapiano, in quattro livelli: il basamento; la torre; il vano dell’orologio e l’arco campanario. La sua ricostruzione risale al 1870, probabilmente su una precedente struttura di fine Cinquecento.

LA TORRE

La torre si eleva nell’innesto di via Roma con via Vittorio Veneto, con il fronte principale antistante piazza Roma.

E’ suddivisa in quattro livelli: il basamento, leggermente scarpato; la torre; il vano dell’orologio e l’arco campanario.

Attualmente si accede alla torre mediante un ingresso laterale collegato ad un atrio e una scalinata adiacente all’edificio. L’accesso originario, ora tamponato, era costituito da un varco ad arco posto sul fronte e sormontato da uno stemma nobiliare, probabilmente riferibile alla famiglia Goffreda. Il blasone reca al centro la figura di un carciofo affiancato da due leoni controrampanti. Superiormente è composto da una corona ed un elmo con visiera chiusa posto in maestà, ovvero frontale. Al di sopra una epigrafe, ora non più leggibile, che quasi certamente mostrava il motto della famiglia nobiliare. Lo stesso blasone, benché di stile differente, si ritrova sulla facciata del palazzo storico sito in via Greci, a pochi metri dalla torre civica.

Al di sopra del basamento si eleva il corpo della torre decorata esternamente da semplici cornici piane. L’interno contiene il vano adibito allo scorrimento dei pesi il quale si sviluppa dal basamento fino al vano dell’orologio.

Quest’ultimo è stato costruito leggermente ruotato verso la piazza al fine di ottenere una maggiore visibilità. All’esterno si può osservare il quadrante con i numeri romani, mentre l’interno accoglie la macchina dell’orologio.

In ultimo l’arco campanario, contenente le due campane sovrapposte e decorato da due volute laterali in pietra leccese. Sull’arco è posta una cimasa ribassata sulla quale è collocata una girotta metallica che raffigura San Rocco.

La costruzione della torre dell’orologio era, per la cittadinanza, sinonimo di ricchezza e di promozione economica giacché le varie comunità gareggiavano per la sua realizzazione nonostante i costi elevati. Da un punto di vista stilistico, infatti, si possono cogliere analogie con le torri civiche limitrofe, come quella di Monteroni, Galatone e Gallipoli.

LA STORIA DELLA TORRE

Leverano possedeva un edificio adibito ad orologio pubblico già nella prima metà del ‘600, al tempo dell’illustre Girolamo Marciano, sindaco di Leverano.

Nel 1870 è attestato il recupero della Torre, ormai in rovina, l’acquisto delle campane e del macchinario grazie all’impegno di risorse comunali.

Dalle ricerche storiche e dall’analisi della differente tecnica costruttiva delle murature si evince che la torre, il vano orologio e l’arco campanario sono stati costruiti ex novo sul basamento già esistente, databile tra la fine del ‘500 e la prima metà del ‘600.

La macchina dell’orologio di Leverano è uno dei pochissimi esemplari rimasti per la sua tipologia, poiché  prevede la quotidiana ricarica a manovella. E’ stato realizzato in ferro battuto a mano con pezzi in ottone, quasi certamente dalla Ditta Caccialupi di Napoli. La sua meccanica si basa su un sistema noto fin dal 1300, definito “scappamento a verga con regolatore a foliot”. Consiste in un albero con due palette, detto verga, una ruota dentata chiamata corona ed un sistema di contrappesi. Il movimento è regolato secondo intervalli di ore e quarti, il quale aziona una leva che attiva i rintocchi sulle rispettive campane. Le campane ottocentesche sono state rimosse durante la seconda guerra mondiale e donate alla patria. Quelle attuali sono state acquistate nel 1947 dalla ditta Giustozzi di Trani.

La Torre dell’orologio rappresenta l’emblema della vita civica leveranese. Nel corso della storia ha accolto, infatti i simboli della comunità come la scritta fascista DUX e la lapide commemorativa dei caduti in guerra.

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